Kuma, il Golden delle Nevi - Esperienze di sci-alpinismo

Antonio D'Alessandro

E' difficile spiegare a chi non abbia mai avuto a che fare con gli animali domestici in generale e con i cani in particolare, cosa si prova quando compare all'improvviso un Golden Retriever nella tua vita.

Lui, Kuma, è arrivato una bella giornata di agosto 2016, dopo un lungo studio su razza, sesso,  provenienza, sostenibilità gestionale ed economica e su quanto altro poteva influire sulla possibilità di vivere una nuova amicizia fraterna.

Questo piccolo essere goffo, peloso e simpatico, è stato sin da subito capace di polarizzare con la sua forsennata voglia di vita l’opaca attenzione di tutti quelli che, come noi, non avevano avuto alcuna esperienza in proposito.

Così come succede con i propri figli – sono loro, di fatto, che, sin dalla nascita, ci insegnano, giorno per giorno, il mestiere del genitore - Kuma ci ha insegnato con grande tatto e delicatezza non tanto le basi del rapporto tra uomo e cane, quanto quello tra esseri viventi di razza diversa ma con caratteristiche emotive ed affettive risuonanti, e come questo rapporto possa essere, in ogni momento, sincero, onesto e basato sulla reciproca stima e fiducia.

Kumetto, che alla minima avversità correva impaurito a nascondersi tremante sotto un tavolo o dietro le gambe di mio figlio.

Kumetto, che sorrideva felice mostrando tutti i suoi dentini quando ti rivolgevi a lui per fargli una carezza o per dargli un biscottino.

Kumetto, che sporgeva rassegnato e obbediente la sua piccola testa dallo zaino con il quale veniva portato in montagna per non farlo stancare e per non sollecitare le articolazioni ancora immature.

Kuma, Kuma, Kuma e ancora Kuma.

Mesi di bei ricordi, mesi di giochi spensierati, mesi di grande gioia.

Poi, pian piano, è cresciuto, e noi con lui.

Ce lo siamo ritrovato, da un giorno all'altro, giovane e vigoroso adulto, capace tanto di imprese ardite, come inseguire disperatamente i camosci per giocare, rischiando la vita sulle rocce a strapiombo di Pizzo Cefalone, per riemergere annaspando ansimante dall'orrido dal quale tutti ormai pensavano fosse stato inesorabilmente inghiottito; quanto di trasmettere una serena e pacata tranquillità stile britannico o, meglio, scozzese, sdraiato in tutta la sua lunghezza, sonnecchiante e rilassato, sulla sua copertina verde ai piedi del televisore, durante le vacanze di Natale.

Comune denominatore delle sue azioni, la vocazione innata ad essere membro del gruppo e, per questo, ad eseguire con sollecitudine e precisione ogni suo compito (o quello che lui pensa sia il suo compito!).

Da questo suo atteggiamento interattivo e collaborativo, dalla percezione da parte nostra della sua volontà di partecipare e condividere ogni aspetto della vita in comune, è nato il desiderio di farlo partecipe anche di qualche piccola avventura in montagna.

Infatti, dopo varie escursioni estive, è stato introdotto allo sci-alpinismocane montagna

Il giorno in cui si esce per un’escursione è festa per tutti.

Kuma se ne accorge subito, vede il traffico di sci, scarponi e zaini in garage, reagisce con curiosità e stupore al bip degli ARTVA  appena accesi e, come gli viene richiesto, salta lesto nel portabagagli della macchina che, per inciso, abbiamo sempre pensato lui veda come la sua cuccia mobile.

Per tutto il viaggio osserva con grande interesse quello che succede fuori dal lunotto posteriore della vettura e, una volta arrivati a destinazione, aspetta composto ed apparentemente indifferente, anche a portabagagli aperto, il “Vai!”, prima scendere ed iniziare la sua attività.

Inizia con un po’ di giri intorno alla macchina, poi si stiracchia, si scrolla, annusa in giro e attende che tutto sia pronto per poter partire.

Praticare lo sci alpinismo con Kuma è un'avventura a parte, è un grande valore aggiunto, è una sinergia di intenti, emozioni sensazioni e valori difficilmente trasmissibile con le parole.

Sguardi, pulsazioni, palpiti, posture: la sua semplice e ancestrale fisicità vivifica la montagna e dona un senso nuovo a luoghi già visti, situazioni già vissute, ambienti o giornate obiettivamente sfavorevoli.

E’ come se il senso della giornata non sia la giornata in sé, ma la giornata con Kuma, è come se la montagna non venisse percepita solo attraverso i nostri sensi, ma anche attraverso i sensi di Kuma, è come se lo scopo dell’escursione non sia quello di fare una sana attività sportiva immersi nella natura, ma quello di vivere e condividere un giornata della vita insieme, con chi ti capisce e gioisce con te delle bellezze del Creato.

Inizia l’escursione!

Appena comincia la salita, Kuma scatta in avanti e si pone in posizione di capobranco.

Intende, infatti, tracciare un suo percorso topografico e seguire ben precise direzioni che, però, varia docilmente se gli si suggerisce con tranquillità, a voce o a gesti, di seguire un'altra traccia, oppure se si accorge che il gruppo sta seguendo una direzione diversa.

Quando si percorre una via già utilizzata nel corso di una precedente escursione, ricorda subito il percorso della volta precedente e lo segue passo passo, restando attonito se, per qualche motivo che lui non capisce, si cambia strada.

Per i primi 150-200 m di dislivello positivo, di solito, corre tantissimo avanti e indietro, anche se la

neve è alta e il pendio è ripido.

Poi, pian piano, inizia a stancarsi, rallenta un po' e si mette di più al passo, mantenendo, però, sempre la posizione di capobranco.

E' lui la guida, insomma, salvo disposizioni diverse.

Non pensiate, tuttavia, che, per questo, trascuri i suoi doveri verso i membri del branco.

Kuma, infatti, li individua tutti, contandoli con precisione, e tende a mantenerli entro la sua portata visiva.

Se la situazione cambia, ovvero qualcuno resta indietro, Kuma, appena se ne accorge, si ferma e fissa il primo della fila per chiedere spiegazioni e, se non ottiene risposta, geme un attimo preoccupato e torna deciso sui suoi passi a coda alta per andare a recuperarlo.

Il tutto in piena autonomia, senza stimoli da parte degli umani, anche con bufera, scarsa visibilità, terreno ghiacciato, ripido.

Lui non fa eccezioni, anche quando il suo cappottino è diventato rigido per il freddo ed il pelo è completamente bianco di neve e di ghiaccioli, tanto da farlo sembrare quasi uno snello pastore abruzzese.

Anche quando voi salite con il rampant montato sullo sci e lui procede cauto e guardingo perché scivola sul ghiaccio nonostante le sue quattro zampe, vi guarda sempre, per assicurarsi che non siate in difficoltà.

Non provate, poi, a cadere con gli sci: non farete in tempo a toccare terra che lui sarà già lì, a sincerarsi delle vostre condizioni e ad aiutarvi con tutti i mezzi a sua disposizione, non ultimo quello di vigorose leccate sul viso e su altre parti del corpo esposte, oppure di presa con i denti con annesso tentativo di trascinamento-rialzata.

golden retriever neve

La faticosa salita è terminata: arrivati in cima, c'è la sosta per togliere le pelli, indossare il caschetto, stringere i ganci degli scarponi, talvolta con vento forte e neve a raffiche.

Durante questo intervallo di tempo, Kuma prende un attimo di pausa da responsabile della sicurezza: esplora il territorio circostante, annusa labili tracce invisibili, lascia il segno del suo passaggio su punti di importanza vitale, che solo lui riesce a repertare.

Se lo chiami e si trova vicino, magari dietro un cumulo di neve, arriva con calma e ti guarda stupefatto come per dire: “Ma come, non avevi visto che ero qui dietro?”.

Se, invece, si trova più lontano, corre veloce ondeggiando sinuoso ed elegante come un delfino nella neve fresca e ci chiede: “Allora? Il motivo di tanta fretta? Non ci si può allontanare un attimo?”.

A volte, in questo particolare momento, quello della sosta alla fine della salita, quando il cuore rallenta il suo battito e i muscoli ben caldi si distendono rilassati, anche la mente vola più in alto.

L’aria è stranamente leggera e muove la sottile neve polverosa, disegnando inspiegabili  simboli dinamici sul terreno, per  poi riempire i polmoni di antica e potente  energia  vitale,  se hai il coraggio di  abbracciare il suo soffio con il viso impavido rivolto al vento.

Se, poi, il cielo è una sfera blu cobalto, il sole un immobile disco fiammeggiante, lo scenario aperto e lanciato verso un mutevole orizzonte senza confini, avviene il miracolo.

Kuma, incurante di tutto, si siede calmo e composto, immobile come una sfinge, con lo sguardo  rivolto all’infinito e contempla il mondo manifestato dinanzi ai suoi occhi, con una profondità ed un trasporto tale da rendere palese come Dio abbia donato anche a lui ed a tutti i suoi amici pelosi un’Anima.

Il suo intelletto, la sua ragione, il suo cuore, sono proiettati all’unisono verso idealità supreme ed Kuma stesso diventa, in quel l’attimo che potrebbe essere eterno, sintesi di Spirito e Materia, mentre la Vita  continua a scorrere placida davanti a lui.

In questo momento magico, ci avviciniamo piano a lui e ci mettiamo tranquilli al suo fianco.

Egli, allora, si gira  verso di noi e fraternamente ci sorride come un antico filosofo,  per farci capire che condivide con noi il suo stato di beatitudine trascendentale e ci lascia  scorgere, per un breve attimo fuggente, la scintilla di quello Spirito eterno che alberga dentro di lui e che vuole rendere anche nostra, perché lui la divide con noi, suoi compagni di viaggio, e perché siamo tutti parte di un’unica Entità, ieri come oggi, oggi come domani.

Passato questo attimo incantato, ognuno torna alle sue occupazioni, ma lo fa con una serenità d’animo ed un appagamento interiore difficili da raccontare, se non lo si è vissuto insieme.

Un po’ pigramente, come a voler rimandare il più possibile la fine di uno stato d’estasi, si preparano gli sci, gli scarponi, lo zaino e quant’altro necessario per tornare a valle.

Si ricomincia ad annusare il terreno, a scavare buche nella neve ed a mettersi in posizione da gioco.

Inizia, ora, finalmente, la discesa con gli sci, premio per la fatica della salita  che dona conforto a tutti.

E' capitato, una volta, che Kuma sia partito di sua iniziativa seguendo uno sciatore non del nostro gruppo, scambiandolo per me, dal momento che indossava una tuta molto simile alla mia.

Dopo numerosi richiami se ne è accorto ed è tornato correndo a testa bassa in salita, per avvicinarsi, poi, mogio mogio e con lo sguardo evitante.

Quando tutto fila liscio, invece, la discesa con Kuma è inebriante.

Se la neve è dura ed il pendio è lieve, corre avanti, sente il rumore degli sci alle sue spalle e si sente sicuro, sa di essere in compagnia.

Quando ci fermiamo e non sente più il rumore, invece, si ferma anche lui, torna indietro correndoci incontro, oppure, se è stanco, ci aspetta.

Sul ripido e su neve fresca, poi, sempre precedendo l'umano, se trova una qualche traccia di uno sciatore passato prima, la segue deciso.

E questo per due motivi: il primo, è che sa che la neve sciata è più consistente della fresca e che, quindi, affondando meno, riesce a correre più velocemente; il secondo è che segue una traccia, e ciò è importante per lui perché gli dà la sicurezza di percorrere la strada giusta, soprattutto se è la stessa che ha fatto in salita.

Se le condizioni di neve sono buone e partiamo prima di lui,  poi, ci segue subito, ci sorpassa e cambia direzione alla prima curva che facciamo, riuscendo a replicare, poi,  perfettamente, tutte le nostre curve successive, soprattutto se si procede a raggio medio-lungo.

Non conviene effettuare curve a raggio breve, perché se  passa avanti rischia di farsi male con gli sci;  né compiere lunghe diagonali, perché lo sciatore fa poco sforzo, mentre lui ne fa tantissimo (non ha gli sci!) dal momento che percorre correndo distanze molto più lunghe rispetto alla linea di massima pendenza.

E questo, da una parte non è onorevole per lo sciatore (sarebbe come tenerlo fuori dalla macchina al guinzaglio, mentre noi guidiamo) dall'altra rischia di danneggiarlo, perché fatica troppo rispetto allo sciatore ed alle sue pur vigorose forze.

Perciò, per farlo riposare, facciamo tantissime soste di qualche minuto durante la discesa.

In un caso particolare, essendoci trovati, ad un certo punto dell'escursione, necessariamente su una pista degli impianti di risalita, lo sciatore più giovane e robusto del gruppo  (mio figlio Andrea) è stato costretto a legarsi Kuma alla vita con un cordino lungo 5-6 m e un moschettone.

Questo per evitare collisioni con gli sciatori da discesa che scendevano numerosi ed a grande velocità.

Abbiamo potuto verificare, in questa occasione, due cose.

La prima, come sia elevato lo sforzo che occorre per rallentare l'andatura dello sci con un Golden pieno di energia che ti tira in discesa, e come sia per questo motivo opportuno  cercare  percorsi sempre fuori dalle piste: è come condurre un toboga, con la differenza che quest'ultimo è un oggetto inerte che potete bene o male controllare e guidare, mentre il cane effettua movimenti estremamente imprevedibili, applicando grandi forze sulla corda e, quindi, su di voi, cosa che rende estremamente faticoso e difficoltoso il controllo dello sci.

La seconda, invece, ha dell’incredibile.

Dopo le prime curve, infatti, il Golden ha iniziato a capire la dinamica della discesa legato al conduttore con gli sci, sincronizzandosi via via con lui, tanto da sembrare  insieme, a fine pista,  due ballerini dell'Opera impegnati in uno slalom parallelo: uno avanti (Kuma), l’altro dietro (Andrea), con il cordino ormai allentato e non più in tensione!

Terminata l'escursione, all'arrivo, se c'è da pranzare in gruppo, Kuma, dopo aver bevuto un po’ d’acqua, si sdraia silenzioso sotto il tavolo e riposa.

Non è il caso di farlo mangiare subito.

La torsione dello stomaco è sempre  in agguato.

Tutti dimenticano che lui c'è, tanto è tranquillo ma, se guardate sotto il tavolo per vedere se dorme, lo trovate, al contrario, vigile ed attento, con quello sguardo pronto e vivace che dice: “Allora? Si riparte? Oppure restiamo ancora qui a perdere tempo?”

Quando siamo è pronti per tornare a casa, infine, risale docilmente nel portabagagli della macchina e lì resta, a portellone aperto, sino a quando l'attrezzatura da sci non è sistemata.

A quel punto basta dirgli dolcemente: “Attento!” e lui poggia pensoso il muso sullo schienale del sedile posteriore in modo da non sbattere al lunotto quando si chiude il portellone.

Di solito sopporta malvolentieri le curve stando seduto, mentre si sdraia e dorme se in autostrada o lunghi rettilinei.

Un tipo di escursione sci-alpinistica nella quale non l’abbiamo ancora coinvolto è quella in notturna.

Questo perché quelle cui abbiamo partecipato sinora erano agonistiche e, in questo contesto, non avevamo modo di controllarlo.

Inoltre, potrebbe essere difficile mantenere il contatto visivo e, perciò, ci stiamo attrezzando per dotarlo di collare luminoso.

Non riteniamo, tuttavia, che sia un problema importante portarlo sulla neve di notte, dal momento che abbiamo potuto notare come meno conosce la zona e più si sente esposto e più resta vicino.

Resta il dubbio se eventuali e non possibili contatti ravvicinati con animali selvatici (conigli, volpi e, perché no, lupi) possano scatenare giocosi inseguimenti a perdifiato, tali da fargli perdere il contatto  con noi in maniera pericolosa.

Particolari precauzioni non ne abbiamo mai prese: non ha le scarpette da neve, non abbiamo mai usato Elastopad o altre creme, non abbiamo mai usato particolari alimenti quando va in escursione.

Unica accortezza, secondo noi, ma non so se possa essere utile o meno, vista l’attitudine dei Golden a lavorare in ogni condizione ambientale, dotarlo di una mantellina imbottita se la temperatura va molto sotto zero e tira vento.

Accessorio che, invece, utilizziamo sempre, un localizzatore GPS.

Tutto può succedere, ed è bene sapere sempre dove si trova il Golden.

Sarebbe opportuno, poi, se il tipo di escursione lo richiede, utilizzare anche un dispositivo ARTVA per cani, tipo il PIEPS TX600, che consente ai soccorritori di localizzarlo sotto la valanga.

In conclusione, con Kuma possiamo andare tranquillamente a fare sci alpinismo, abbiamo un membro in più nella comitiva ed un compagno fidato con cui dividere la strada.

E poi, non serve scervellarsi tanto per capire cosa fare e come.

Con il suo carattere collaborativo, comunicativo e zelante il nostro fratello a quattro zampe riesce ad insegnarci con gioia, delicatezza e stile tutto ciò che occorre sapere.

Perciò, zaino in spalla, sci ai piedi, pelli montate e … Golden davanti!

Buona sciata a tutti!


 

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