La mia vita da Volontaria con Oscar e Jordan

Barbara Lenci

Ero un manager di una grande multinazionale, super impegnata sempre in giro per il mondo, senza avere mai tempo per me.
Il tempo passava inesorabilmente, un giorno mi fermo a pensare, dove stessi andando e perché non ero felice.
Capì che mi mancava qualcosa, una donna se non diventa MAMMA, non è niente. Quella parola, poche lettere che danno la vita.
Ma bambini non ne venivano, e quindi? Che fare? Volevo qualcuno da amare, qualcuno che avesse bisogno di me. Un cucciolo, ma da dove iniziare? Il lavoro portava via troppo tempo ed energie.
Ho sempre avuto cani, sono cresciuta con loro, raccattati da me o mia sorella dalla strada e portati a casa, i miei genitori ci hanno insegnato il rispetto per tutte le forme di vita presenti sulla terra.
Prendo una decisione drastica, nel 2005 smetto di girovagare per il mondo, mi licenzio. Basta errare, metto radici e apro una mia attività nella città dove vivo, insieme a mia sorella, ci buttiamo nell’immobiliare.

Però sentivo che mancava sempre qualcosa, mi rendo conto che il lavoro non basta più. Avevo tanto AMORE da donare, ma non sapevo a chi.
Inizio a stare male, un vortice, un buco nero mi travolge, sto male e non so cosa sia, non dormo, non mangio, dimagrisco e “sto male”.
Le visite specialistiche si susseguono, poi la corsa al Pronto Soccorso per quel male al petto, il fiato corto, i dottori sentenziano che qualcosa nella mia testa si è interrotto, un black out  PANICO, soffro di attacchi di panico, i quali non mi permettono di uscire di casa, la gente, i posti affollati, il teatro il cinema, tutto  mi infastidisce e “sto male”.volontaria cinofila
Mi rendo conto che il lavoro da solo non riesce più a colmare quel “vuoto” che sento dentro. Ho bisogno di cure, ma non posso pensare che uno psicofarmaco sia la salvezza. Ho fame d ‘amore, ne ho tanto, troppo da donare.
Poi un giorno di Maggio 2007 porto a casa un fagottino di 60 giorni, il regalo prezioso, il più prezioso che abbia mai ricevuto, il mio Jordan (dal mio mito Michael Jordan). La scelta del golden retriever non è stata casuale, volevo un cane docile un cane per e di tutti.
Da quel giorno la vita cambia, si comincia dopo tanto a sorridere al mondo, un cucciolo in casa, quella che fino al giorno prima era una casa vuota e asettica, comincia a prendere forma.
Jordan diventa il fulcro delle mie giornate, è con me sempre lo porto in agenzia, passeggio ore, aria, pioggia, neve, sole poco importa, ho bisogno di lui e lui di me, come dell’aria che respiro.
Passa tutto, butto pasticche, gocce, Ventolin, Jordan è la mia medicina.

Oltre al lavoro iniziamo un percorso come operatori PET THERAPY, Jordan aveva innata EMPATIA, oltre a fare stare bene me, riusciva anche con gli altri.
Nel tempo libero ci occupiamo di aiutare i meno fortunati, soprattutto bambini/ragazzi autistici, a coloro che non avevano voce, la davamo noi. Non serviva molto, Jordan era nato con una missione, curare l’anima dei meno fortunati, oltre la mia. Passa il tempo, sto meglio ma la felicità non dura molto, in poco tempo perdo tutto ciò che avevo di più caro al mondo, prima dopo una lunga malattia, mi lascia il mio babbo. Poco dopo lo raggiunge la mia dolce mamma, il baratro e gli attacchi di panico ritorna. Rimango incinta a 45 anni, ma la gioia di quello che credevo fosse un miracolo, dura 16 settimane, poi un aborto spontaneo, il distacco della placenta e anche io divento una “mamma in sospeso”. Un senso di impotenza, di soffocamento, di ansia mi pervade, ho davanti a me qualcosa di grande e ingiusto.
Niente non voglio vivere più, io e il mio lavoro, di comune accordo, ci siamo salutati, chiudo la mia agenzia nel 2012.
Avevo bisogno di qualcosa di prezioso, decido di prendere un atro cucciolo, nella nostra vita arriva Oscar, il figlio di Jordan. L’ho scelto tra 9 cuccioli, tutto cambia, Oscar era la vitalità, era la vita, l’energia, il golden sempre felice. Era la forza e io avevo bisogno della sua linfa per vivere.

Jordan è riuscito a guarire il mio male con l’empatia, Oscar con la sua vitalità.
Siamo diventati insieme, dopo un lungo e faticoso percorso, volontari del salvataggio in acqua, dopo tanto lavoro ho intrapreso la strada del volontariato, quella fame d’amore, quel dare senza ricevere. Mi sono occupata di gatti, salvarli dalla strada o da maltrattamenti, combattere il randagismo con le sterilizzazioni, negli anni non ricordo quanti hanno trovato casa, quanti non ce l ‘hanno fatta, quanti sono morti tra le mie braccia perché arrivata troppo tardi.
Nel 2014 entra in casa Pallino, un gattino di 35 giorni, trovato in strada malato e bisognoso di cure. Si salva grazie alla bravura di quello che sarà il mio Veterinario ed entra a fare parte della “famiglia diversa” che avevo formato.

cani volontario

 

Siamo stati felici, ho avuto e dato tanto amore, quello con la A, l’amore incondizionato tanti bei ricordi, momenti indimenticabili. Poi… poi a fine novembre 2018 Oscar inizia a zoppicare, pensavo all’artrosi (anche se aveva solo 7 anni), inizia l’angoscia e la malattia, tutto troppo veloce, non ci ha dato tempo di capire, reagire.
In meno di 1 mese si è ammalato e se ne è andato, l’esito della RMN è brutta, parla di tumore al midollo osseo ultimo stadio, non operabile. In pochi giorni si è prima immobilizzato arti posteriori, poi entrambi, sino a non poter più espletare i bisogni da solo.

Sono stata il centro del suo mondo per tutta la vita, sono stata la sua mamy, una decisione difficile da prendere, è devastante il solo pensiero per noi umani, MAI avrei potuto lasciarlo morire da solo, MAI avrei potuto farlo passare dalla vita alla morte nella stanza con uno sconosciuto. MAI avrei potuto essere codarda, anche se è stato devastante, ma dolce Oscar te lo dovevo, per quello che tu sei riuscito a donare a me e al tuo papy.
Lui che è sempre stato al mio fianco, nel bene e nel male, ora lui aveva bisogno della mia forza, il mio impavido eroe, lui che non aveva paura di nulla. Il 4 gennaio 2019, quella maledetta mattina ti abbiamo accompagnato nel nostro “ultimo viaggio insieme”, abbiamo aspettato con te, il tuo ultimo battito di ciglia, quelle belle ciglia dorate, i tuoi occhi immersi nei miei, fino all’ultimo respiro, tuo e mio dolce Oscar.
Ho cercato di riprendere la mia vita in mano. Lo dovevo a Jordan che nel frattempo aveva compiuto 12 anni. Una mattina mi accorsi di uno strano affanno, una strana tosse, non mi piaceva. Lo carico in auto, di corda dal nostro veterinario, che gli ha salvato la vita, si è accorto subito che c’era qualcosa di serio che non andava e senza aspettare la visita del cardiologo ed ECG ha somministrato il farmaco, che ha salvato la vita a Jo Jo.
Avevi un versamento pericardico, con grossa sofferenza del cuore e fegato. Quel cuore che faceva le bizze e da quel giorno è iniziato il nostro calvario, da qui la decisione a lasciare tutto il volontario, servizio nelle guardie zoofile, le mie energie dovevano essere convogliate verso l’incolumità e la salute di Jo.

Poco tempo prima che lasciassi il servizio di guardia zoofila, era stato fatto un sequestro di alcuni gatti in uno dei tanti campi Rom presenti a Roma, 2 gatte erano incinta, chiesi alla mia amica e commissario ENPA, che se fosse nata una gatta rossa (cosa molto rara nei gatti) sarebbe stata mia, l’avrei adottata. Mesi dopo, ricevo una telefonata completamente inaspettata, il 4 Maggio era nata una gattina rossa, precisamente il 4 agosto Chloè entra a fare parte della mia vita.
Sono convinta (lo voglio con tutte le forze) che lei è Oscar, è dorata, vivace con la stessa voglia di vivere, proprio come il mio pazzo e dolce Oscar, quel 4 che ritorna, credo ai segnali e sono convinta che è tornato a me sotto forma di gatta rossa.
Le giornate scorrono, così normali, mi occupo di Jordan e della nuova arrivata, farla inserire e convivere con Pallino e Jordan è stato semplice.
Arriviamo al 2020, al lockdown, sono stata malissimo, quella che credevo una brutta influenza, ho scoperto solo a Marzo essere covid19. Non faccio in tempo a rimettermi in sesto, Jordan comincia a non stare bene, inizia con una cistite, le corse dal Veterinario, il cuore che fa le bizze. Sotto le restrizioni tutto è più difficile, anche curare il tuo cane e il Vet che mi dice “a Ba sei consapevole che anche una semplice infezione, una cura antibiotica potrebbe creare seri problemi al fegato o ai reni di Jordan?” si ero consapevole, ero consapevole che ogni giorno di più con me era un miracolo, ma non ero pronta e mai lo sarei stata.

Tra alti e bassi arriviamo a Giugno, il caldo, la fine delle restrizioni, le analisi del dolce Jo sono tutte sballate. Vedo la fatica ad alzarsi. Il suo passo sempre più lento, le zampe che lo reggono poco e male, io sempre al suo fianco ogni secondo della giornata.
I giorni passano, Jo smette di mangiare, gli faccio la mousse, lo alimento con la siringa, ma nei suoi occhi leggo la stanchezza, tanta.cani volontario
Con la poca forza che gli è rimasta, mi guarda e scodinzola, Mio Dio scodinzola per me, ho bisogno di annusare e imprimere il suo odore.
Il 29 Giugno alle 6 del mattino stai malissimo, mi accorgo l’affanno, il respiro pesante, mentre papy lo prende in braccio e lo porta in auto, io chiamo il Veterinario, vaffanculo che sono le 6 di mattina.
Piango sono disperata, urlo nel cellulare: “Jordan sta male sto arrivando!”
Tengo la testa di Jordan per tutto il tragitto stretta sul mio petto, come fa una mamy, gli sussurro Jordan non mi lasciare ho bisogno di te, capisco dai tuoi occhi che sei stanco, i tuoi occhi sembrano dirmi “mamy non piangere, non essere triste, ti voglio bene”, nel mentre sto ricordando la storia di quella favola del ponte dell’arcobaleno a cui non volevo credere, ora ho bisogno di credere.
Lo avvolgo in un abbraccio e Jordan va via così, tra le mie braccia, nella disperazione della sua mamy e papy.
Dopo 13 anni e mezzo di un AMORE che non riesco neanche a scrivere per quanto fosse grande e profondo. Non ci sarà più niente di simile a Jordan, al mio dolce JO JO.
Oggi sono passati esattamente 4 mesi (sempre il 4 che torna) e ho preso forza per scrivere, sembra ieri, il tuo ricordo è nel mio cuore, il tuo profumo, quell’odore particolare che avrei riconosciuto tra mille e più, lo “sento”, in auto, in casa in camera, ovunque sono.

Sono convinta che sei con me, so che il tuo corpo è andata via, ma la tua essenza è rimasta al mio fianco.
Ho bisogno di sapere che un giorno, ti ripresenterai da me, come Chloè con Oscar. Lo capirò, ne sono sicura, saprò leggere da quegli malinconici, quegli di MAIUNAGIOIA, occhi che non scorderò MAI.
Sto scrivendo queste righe e piango, la vita mi ha dato poche gioie e Jordan e Oscar erano tra le più belle. La vita dà, la vita toglie.
Jordan, Oscar, mamy e papy vi hanno amato come 2 figli e stanno soffrendo, Ciao tesori miei!
Ho aspettato molto a scrivere, ancora non sono pronta per andare oltre, forse non lo sarò mai, ma ho deciso di scrivere questo piccolo racconto ieri, perché sono 4 mesi che Jordan mi ha lasciato, non so se sono riuscita a descrivere l ‘immenso AMORE che ci ha uniti ma una cosa è certa, i Golden sono cani speciali, sono quei cani che ti entrano nelle viscere oltre che nell’animo per non lasciarti più. Quando se ne vanno non lo fanno mai in silenzio, entrano in punta di piedi nella tua vita e la spezzano quando se ne vanno.
Caro Ponte dell’arcobaleno, con te hai i miei due preziosi dorati, fanne buon cura. Grazie.


 

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