Gli Interventi Assistiti con gli Animali - l'Intesa tra Cani e Bambini
Gli Interventi Assistiti con gli Animali, genericamente indicati con il nome di Pet Therapy (vedere articolo LA PET-THERAPY ), comprendono progetti finalizzati a migliorare la salute, il benessere e la qualità di vita delle persone con l’ausilio di alcuni animali.
In questo ambito, una svolta significativa ci fu negli anni ’50 con le ricerche di Boris Levinson, le quali iniziarono in seguito all’incontro fortuito tra il suo piccolo paziente con autismo e il suo cane Jingles. Questo incontro fu determinante poichè cambiò le sorti delle sedute che fino a quel momento erano state pressoché inutili.
Oggi gli Interventi Assistiti con gli Animali, dopo vari riscontri positivi, sono stati regolarizzati in Italia dalle Linee Guida del 25 marzo 2015. L’obiettivo è garantire le corrette modalità di svolgimento degli interventi al fine di tutelare il benessere sia dell’animale sia dell’utenza coinvolta.
Vengono delineati tre ambiti di intervento:
-
TAA Terapia Assistita con gli Animali, intervento a valenza terapeutica;
-
EAA Educazione Assistita con gli Animali, intervento a finalità educative;
-
AAA Attività assistita con gli Animali, con finalità ludico-ricreative.
Non si può più parlare di pet therapy poiché le finalità non sono esclusivamente terapeutiche e riabilitative e i progetti non prevedono necessariamente un rapporto individuale. Gli Interventi Assistiti con gli Animali permettono di progettare sessioni di gruppo in ambienti scolastici, infatti tra gli ambiti privilegiati è contemplata proprio la scuola.
A tal proposito, ho scelto di realizzare una ricerca di carattere qualitativo di Educazione Assistita con gli Animali con finalità didattiche ed educative in una sezione della scuola dell’infanzia di Foggia.
In questo caso specifico si può parlare di Educazione Assistita con il Cane in quanto l’animale coinvolto nel progetto è stato proprio il cane, il quale si comporta come catalizzatore sociale ; grazie alla relazione che si instaura si possono raggiungere obiettivi didattici rendendo il soggetto attivo e protagonista della situazione di apprendimento. Il cane deve essere continuamente monitorato sia dal punto di vista sanitario sia comportamentale e deve essere sottoposto a training specifici e continui nel tempo che rispettino le sue attitudini.
Il cane coinvolto nel progetto è di mia proprietà, si chiama Wendy, è un golden retriever femmina di 3 anni con un temperamento docile, socievole, collaborativo, non invadente. Wendy è stata valutata da un medico veterinario esperto negli Interventi Assistiti con gli Animali, che mi ha rilasciato l’idoneità per il progetto. Ho potuto realizzare questi interventi poiché ho acquisito la qualifica di coadiutore del cane frequentando un corso della durata di un anno che fornisce le competenze per poter operare come esperto nel settore seguendo le Linee Guida Nazionali.
L’ipotesi da cui parte il mio progetto è relativa ai benefici che il cane può apportare in classe sia per quanto riguarda gli aspetti comportamentali (attenzione, autoregolazione), sia per quanto riguarda il potenziamento dell’empatia ( abilità comunicative, relazionali, espressione delle emozioni).
Il progetto si è articolato in cinque incontri, preceduti da una sessione di ambientamento per il cane. Durante gli incontri in presenza del cane, sono stata affiancata dalla referente di intervento, come è indicato nelle Linee Guida che regolano gli interventi.
Nei primi due incontri, gli alunni hanno affrontato il tema delle emozioni mediante libri illustrati e lavori creativi grazie ai quali si è riusciti a trasformare un concetto astratto in qualcosa di concreto e accessibile. Si è parlato delle emozioni umane e di quelle canine, ma anche della fisionomia dell’animale e delle sue caratteristiche per preparare i bambini in maniera positiva e corretta all’incontro che sarebbe avvenuto con Wendy.
Durante l’incontro con il cane, ciascun alunno, liberamente e individualmente, si è avvicinato a Wendy per instaurare una relazione positiva. Successivamente, è stato proposto un gioco di ricerca olfattiva per rafforzare la relazione tra i bambini e il cane e iniziare a condividere emozioni ed esperienze. Infine, è stato chiesto ai bambini di riflettere sulle emozioni provate sia da loro stessi sia dal cane.
In questo modo, si intende potenziare l’empatia, migliorare l’espressione dei pensieri e delle emozioni e sviluppare una maggiore consapevolezza del potenziale comunicativo del proprio corpo.
Durante il quarto incontro, avvenuto in assenza del cane, è stata affrontata la tematica relativa alle attività quotidiane e alla loro collocazione nell’arco della giornata sia dell’animale sia dei bambini, soffermandosi sulle analogie e sulle differenze. Infine, durante il quinto incontro, avvenuto in presenza del cane, si sono condivisi giochi motori e attività di cura per sviluppare un maggiore controllo dell’esecuzione del gesto e per migliorare il rispetto del turno, delle regole e dell’altro.
Dai risultati emersi, l’ipotesi iniziale è stata confermata: per quanto riguarda i benefici comportamentali, i bambini hanno rivolto grande attenzione e hanno portato grande rispetto verso Wendy; sono riusciti ad autoregolarsi, a rispettare le regole e il turno; l’evidenza maggiore si è rivelata con i soggetti che presentavano problemi comportamentali, di attenzione e iperattività; per quanto riguarda il potenziamento dell’empatia, ciascuno di loro è riuscito ad esprimere in maniera pertinente sia le emozioni relative a se stessi sia le emozioni relative al cane; i bambini sono riusciti a capire i comportamenti adeguati nell’approccio con l’animale e, soprattutto, a metterli in atto; inoltre, mettendosi nei panni del cane, sono riusciti ad individuare i suoi bisogni e a rispondere ad essi in maniera adeguata.
- Accedi o registrati per inserire commenti.
Commenta con Facebook