Un Arcobaleno dopo la Tempesta
Veronica Giovanna D'Anna
Scritto 6 anni 2 mesi fa a cura di
Ho sempre sognato un amico a quattro zampe, ad ogni compleanno, ad ogni Natale, la richiesta era sempre la stessa "posso avere un cane?".
Ciao io sono Veronica e questa è la nostra storia...
Per i miei genitori avere un cane era a quel tempo troppo un sacrificio e solo adesso che sono "grande" riesco a capirlo. Loro hanno sempre amato tutti gli animali, ma tenere un cane dentro un appartamento con cinque persone più un'artrite (quella di mia mamma) che le provocava e le provoca tutt'ora fortissimi dolori agli arti era praticamente impossibile da gestire. Nel corso degli anni però pur di farmi felice mi hanno lasciato tenere svariati pesci rossi, due criceti, un coniglio, divenuto il mio miglior amico e persino un piccione. Poi per due mesi c'è stato Triky, oddio come dimenticare il mio adorato Triky, un batuffolo tutto nero che un giorno mio fratello ha portato a casa, salvandolo dalla fabbrica dove lavorava. Una me poco più che quattordicenne ha sperato per quei due mesi che i miei cambiassero idea, ma niente, l'artrite di mia mamma era ancora più aggressiva in quel periodo, salutarlo è stato così straziante, ricordo tutto di quel giorno.
Il tempo passava in fretta e una domenica di giugno all'età di diciassette anni conobbi quello che sarebbe stato mio marito. Siamo praticamente cresciuti insieme, ogni traguardo della nostra vita l'abbiamo percorso mano nella mano, abbiamo pianto e sognato insieme, abbiamo sognato la nostra vita, la nostra casa e la nostra famiglia. I nostri sogni riguardavano sempre una famiglia con dei figli e un cagnolone, sognavamo un Golden Retriver dal nome Romeo.
Un giorno però il destino ci ha messo lo zampino, alla porta della mia attuale casa, a quel tempo casa del mio fidanzato arrivò una cucciolotta tutta nera con una macchia sul muso bianca e delle macchioline sempre bianche sulle zampette come fossero scarpette di appena tre mesi che guaiva fuori la porta. Vi chiederete cosa c'è di così assurdo..e invece di assurdo c'è che la porta in questione si trova al centro di Napoli, precisamente al sesto piano di un condominio di circa ottanta appartamenti. Cosa ci faceva quella cucciola lì? era stata cacciata dalla signora al secondo piano, che era stufa di tenerla poiché faceva bisogni e disastri dappertutto. Quella cucciola avrebbe potuto scendere le scale, o si sarebbe potuta fermare al terzo, quarto piano e invece è salita su da noi con tutta la forza e il coraggio che aveva in corpo per piangere proprio fuori dalla nostra porta. Inizialmente i patti furono chiari, quella cagnolina era di passaggio, avremmo dovuto trovargli una bella famiglia, ma il tempo passava e il cuore batteva già per lei, tutti l'amavamo io, Mirko (mio marito) la sua mamma e il suo papà, così che quando decidemmo di darle un nome la chiamammo "Giulietta" in modo tale che quando ci saremmo sposati e avremmo preso il nostro Golden avremmo avuto la nostra copietta.
Insieme, noi tre, trascorremmo solo quattro brevi anni, vissuti fino in fondo però. Giuly era sempre presente, al bosco, al mare, al ristorante, in vacanza, quando ci siamo iscritti all'università, alla nostra laurea, quando ho aperto la mia scuola di danza, lei c'era sempre. Avrei voluto ci fosse anche il giorno del nostro matrimonio, il giorno in cui siamo andati finalmente a vivere insieme, ma la mia piccolina non c'è arrivata, è stata forte fino alla fine, è stata dolce e amorevole anche quando quei dottori per visitarla quella maledetta domenica di ottobre le facevano male. I suoi occhi, i sui bellissimi occhi, non li dimenticherò mai, avevano capito tutto, lei aveva capito che ci stava salutando, io però non l'avevo capito..li ho rivisti dopo un 'ora chiusi per, per sempre. Quella sera tornammo a casa di Mirko con solo il guinzaglio tra le mani e il cuore spezzato in mille e mille pezzi.
Il tempo ti allevia ma certo non ti fa dimenticare..quello stesso tempo però ci ha portato tanti altri momenti felici, e dopo dieci anni di fidanzamento a ventisette anni, in riva al mare ci siamo detti si per sempre. Dopo qualche tempo ho iniziato a mettere l'argomento "cane" in mezzo, ma Mirko non era ancora convinto, suo padre era molto malato in quel periodo e occuparsi di lui era già molto impegnativo, io però non demordevo così dopo giusto un anno dal matrimonio cercai annunci sia di allevamenti che di adozioni. Ad agosto bingo! l'annuncio diceva questo:"cuccioli di Golden Retriver nati il 18 Agosto disponibili per fine ottobre" chiami subito Mirko per dirgli che era un segno del destino poiché i nostri compleanni sarebbero stati rispettivamente il 25 e il 27 ottobre giusto in tempo per prendere il nostro cucciolotto. Mirko ancora una volta non era convito, mi disse che ne avremmo riparlato dopo le vacanze. A settembre appena tornati a casa qualcosa in me era cambiato, gli occhi erano lucidi e una strana stanchezza mi perseguitava durante il giorno, ero incinta. Di colpo le fantasie sull'adottare il cucciolo di Golden fecero spazio alle fantasie sulla culla, la cameretta, sarebbe stato un maschietto una femminuccia...Noi due, super innamorati pronti a diventare genitori, ma la vita reale non è certo una favola e quell'euforia iniziale fu spezzata da un'ecografia senza un cuoricino per noi. Si susseguirono due mesi d'inferno, fatti di speranze e di ospedale con una conclusione che non augurerei nemmeno al mio peggior nemico. Tornai dall'ospedale una settimana prima del mio compleanno, lasciando quella stanza dove mamme felici allattavano i loro bimbi appena nati con la pancia vuota e il cuore a pezzi.
Tornata a casa ho dovuto fare i conti con il dolore, un dolore che non mi sarei mai aspettata di provare, un dolore che se non lo provi sulla tua pelle non potrai mai capirlo fino in fondo. La domenica seguente mio marito decise di portarmi fuori a pranzo, vicino al mare, per farmi distrarre, così bazzicando sul cellulare cercai di nuovo quell'annuncio. Erano passati due mesi e mezzo, i cuccioli saranno stati affidati alle loro famiglie pensai, e invece quell'annuncio era sempre lì ma con un testo totalmente diverso:" ultimo cucciolo di Golden Retriver. Regalo." Incredula lo feci vedere a Mirko, sembrava proprio il destino, che assurdità ne è rimasto uno e addirittura lo regalano. Mio marito mi propose così di andarlo a vedere stesso in quel momento, non ci potevo credere il mio sogno di tutta una vita si stava quasi per realizzare, ero così emozionata stavo correndo da lui. Ovviamente senza preavviso il proprietario non era in casa, quindi niente tornammo indietro. Nel tragitto del ritorno Mirko iniziò a cambiare idea facendomi notare i vari contro nell'adottare un cane. Non replicai, non dissi niente, non mi andava di soffrire ancora con false speranze.
Arriva così la vigilia del mio compleanno, 24 ottobre 2016. Nella mattinata mi arriva uno strano messaggio su whatsapp, era il proprietario del cane, che avevamo chattato la domenica precedente, il messaggio diceva così "ciao Marica dì a tuo marito che può venire oggi a prendersi il cane". Inizialmente non capisco, Marica? Chi è sta Marica io mi chiamo Veronica, poi inizio a sperare..vuoi vedere che ha sbagliato nome e che Mirko ha adottato il cucciolo? Chiamo mio marito spiegandogli l'accaduto ma lui fa finta di niente dicendomi di non illudermi perché lui non ne voleva sapere niente del cane. Dopo poco mi arriva un altro messaggio dal tizio che dice così: " scusami ho sbagliato numero, cercavo Marica", a quel punto ci credo, niente cucciolo. Rientro la sera dopo il lavoro, un odore appena uscita dall'ascensore mi attraversa il naso, lo conosco quell'odore, sembra l'odore che aveva Giuly, apro la porta e lo trovo sullo scalino di casa nostra con una coccarda azzurra intorno al collo..un batuffolo tutto dorato che mi corre incontro, era lui era il mio Romeo. Nessuna sorpresa è stata mai così bella, non ci credevo eravamo finalmente in tre..io, Mirko e Romeo.
Abbiamo passato il nostro primo anno insieme giocando ogni giorno, facendo video e foto, andando al bosco, sul lungo mare, giocando con i miei bimbi della scuola di danza, condividendo tutto quello che mangiavamo, condividendo tutto sopratutto il cuore. Non nascondo che nonostante l'immensa gioia di avere Romeo al mio fianco il mio cuore sanguinava ancora, per quella ferita che ancora oggi fatica a rimarginarsi. Ogni mese il sogno di diventare mamma si allontanava, le lacrime scendevano e lui era lì a terra insieme a me, capiva il mio dolore si poggiava con la testa sulle mie gambe e mi restava accanto, delle volte mi leccava il viso per asciugarmi le lacrime, poi con una posa buffa mi faceva ridere e il dolore passava un po'. Senza Romeo non so cosa avrei fatto, lui è stata la miglior medicina per un trauma così grande, lui è stato e lo è sempre il mio angelo con la coda che ha salvato me e il suo papà dalla tristezza.
Arriva così l'estate, decidiamo di andare in vacanza tutti insieme, destinazione un'isola greca Kefalonia. Mare, sole e gyros, non ho mai visto Romy così felice, il mare il suo elemento noi tre una cosa sola. Torniamo dalle vacanze ed ecco la buona notizia, mamma è nuovamente incinta, questa volta nemmeno il tempo di assaporare la felicità che ecco ricadere in quel baratro buio che si chiama aborto spontaneo. Niente da fare, a ottobre ero così triste che non ho voluto nemmeno festeggiare il mio trentesimo compleanno, mi sentivo talmente sconfitta che quasi non volevo provarci più. Arriva novembre, un ritardo, aspettai una settimana per la paura di scottarmi nuovamente..eravamo in bagno io e Romy (come sempre appiccicato a me ovunque) feci un test non aspettai nemmeno di vedere il risultato ero così convinta di vedere l'esito negativo che lo buttai nel lavandino senza nemmeno guardarlo. Quando lo raccolsi per gettarlo nei rifiuti lo riguardai bene era "positivo". Non potevo crederci, le mie esperienze precedenti hanno fatto si che io non mi godessi quel momento di felicità ma che fossi bensì terrorizzata.
Terrorizzata di andare in conto ad un'ennesima sconfitta che sicuramente il mio cuore non avrebbe retto. Arriva il giorno della prima ecografia, eccolo lì il suo cuoricino che batteva forte, eccolo il mio cuore che quasi usciva dal petto per la felicità. Sono stati nove mesi duri, durissimi, fatti di preoccupazioni, fatti di frasi "dobbiamo superare i tre mesi" poi "dobbiamo vedere al settimo mese se la situazione si aggiusta". Nove mesi di letto e divano, di me e di Romeo chiusi in casa. Non ho goduto appieno della mia gravidanza, la preoccupazione era troppa, ma il mio Romy ha alleviato i miei pensieri, insieme ci siamo goduti l'inverno al caldo, l'inverno più magico che io abbia mai visto, un inverno dove una neve bianca ha toccato per la prima volta nella mia vita la mia Napoli, insieme ci siamo coccolati, insieme abbiamo osservato la pancia che cresceva e la mia piccola guerriera che scalciava. Poi è arrivata lei l'estate, la pancia è diventata enorme e nonostante i problemi iniziali della gravidanza, e quelli finali con ben due giri di cordone ombelicale intorno al collo, il 25 luglio alle ore 9:40 è nata lei la mia leonessa, l'amore della mia vita che che ha lottato con tutte le sue forze per venire al mondo, lei che porta il nome di una guerriera, lei la nostra Arya.
E adesso? adesso siamo qui in quattro, mamma, papà e duo figli, uno peloso l'altra un pò meno..a crescere così... felicemente insieme.
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