I cani sono la migliore terapia della nostra anima (seconda parte)

Maria Astuto

Ecco la seconda parte del nostro articolo  (la prima potete trovarla  QUI) che continua a descrivere questo meraviglioso legame e le motivazioni che portano a goderne appieno i frutti...

La rivista Time ha  stilato 9 validissime ragioni, scientificamente provate, sui benefici di possedere un cane.

 

Ci rendono più attivi e dinamici

Le persone che posseggono un animale domestico soprattutto un cane sono molto più attive, grazie al movimento che costringono a fare a causa delle lunghe passeggiate e la cura che richiedono, hanno maggiori probabilità di fare più attività fisica (30minuti in più rispetto alle persone che non posseggono un quattro zampe), obbligano quindi pur non volendo a svolgere un regolare e quotidiano esercizio fisico, contribuendo a mantenere uno stato di buona forma, ad avere una dieta migliore con un livello ideale di zucchero nel sangue, utile a prevenire obesità, sovrappeso, sindrome metabolica e malattie cardiovascolari.cani terapia anima
Ultimo aspetto, ma non per questo meno importante, la compagnia di un cane rende più giovani gli anziani, li aiuterebbe a ringiovanire di 10 anni.
Secondo uno studio inglese, infatti, i proprietari di cani di più di 65 anni hanno dimostrato di essere il 12% più attivi di chi non possiede un amico a quattro zampe. Questo perché avere un animale da compagnia porta ad un livello di attività fisica più elevato, dato che le persone anziane devono portare a passeggio regolarmente il loro cane, occuparsene, lanciargli la pallina. E in questo modo tutto il corpo è sollecitato a fare degli sforzi quotidiani, senza che se ne rendano conto.
La loro forma fisica sarebbe così equivalente a quella di una persona di 10 anni più giovane (i problemi cardiaci, ossei e muscolari sono ridotti). Avere un animale sarebbe, quindi, un buon rimedio per prevenire le malattie.
Tali affermazioni trovano conferma in uno studio svolto dall’American Heart Association, che ha esplorato la relazione che intercorre tra il fatto di possedere un animale e il MCV (Mean Cell Volume, il volume cellulare medio), avere un cane riduce i rischi di morte prematura del 33% e i rischi di avere una malattia cardiovascolare dell’11%. Un’ottima notizia per gli italiani dato che, secondo i dati Istat, le malattie del sistema circolatorio sono la prima causa di morte in Italia (specialmente per le donne).
Inoltre lo studio, oltre all’aumento dell’attività fisica, ha rivelato diversi benefici cardiovascolari dell’avere un animale, tra cui:
-una pressione del sangue più bassa;
-un miglioramento del tono muscolare;
-una diminuzione dello stress.

 
Giovano all’umore 

I cani allietano la vita e migliorano l’umore.
Quando accarezziamo il nostro cane, produciamo ossitocina, comunemente chiamato “ormone della felicità” che ci permette di essere più rilassati e, quindi, di provare una sensazione di benessere. (vedere anche articolo L'ORMONE DELL'AMORE )
La presenza del cane come mediatore sociale nelle case di riposo, quindi come terapia, è sempre più frequente.
La Pet Therapy, che sta prendendo piede progressivamente anche in Italia, aiuta a ridurre i problemi mentali, fisici o sociali, riducendo lo stress e dando affetto alle persone che si sentono più sole.
Il 68% delle persone anziane si sente meglio mentalmente e fisicamente grazie al proprio animale da compagnia.
Secondo uno studio recente francese, il 40% dei proprietari intervistati afferma di aver preso un animale per sentirsi meno stressato.
L’effetto che hanno sulla nostra salute è evidente e innegabile: sono capaci di presagire e anticipare i nostri stati d’animo, capiscono e percepiscono quando qualcosa va storto e sono pronti a confortarci.
L’accoglienza che riceviamo ogni volta che rientriamo a casa è ineguagliabile, sono sempre di buon umore e lo trasmettono nell’immediato, un vero toccasana per la salute ma soprattutto per il benessere interiore della nostra anima.
Secondo uno studio pubblicato su Society & Animals, le persone che hanno dei cani ridono di più, sarebbero emotivamente più soddisfatte, meglio predisposte alle relazioni sociali e in uno stato di salute di maggior benessere. I ricercatori avevano chiesto agli intervistati di registrare quante volte scoppiavano a ridere durante l’arco di una giornata, e ne è risultato che i proprietari di cani ridevano più frequentemente di chi aveva gatti o di coloro che non possedevano animali domestici.
Non c’è da stupirsi quindi, se il 62% dei proprietari di animali ha dichiarato di averli presi proprio perché sono capaci di renderli più felici.

Sono fedeli e non tradiscono la tua fiducia

I cani originariamente discendono dai lupi. Questi animali vivono in branco e sono intimamente legati ai membri del loro gruppo da quello che in termini umani potremmo chiamare fedeltà. Stephen Zawistowski, consulente scientifico della American Society for the Prevention of Cruelty to Animals, afferma che i cani considererebbero gli umani con cui vivono come membri del loro "branco" e perciò dediti a difenderli, proteggerli e non prenderebbero mai in considerazione l’idea di abbandonarli. È una questione di affezione verso il padrone, ma anche di razza.

Rinforzano le nostre difese immunitarie

Purtroppo ancora molte persone usano come scusa l'allergia per disfarsi del proprio amico peloso  quando magari è anziano oppure quando in famiglia sta per arrivare un bebè,  sceglieno quindi  la strada più ignobile che possa esistere, quella dell’abbandono, non curandosi del grande dolore che possono provocare in quell’essere speciale che prima era al centro del loro mondo.
La scienza è riuscita a dimostrare l’esatto contrario, andando contro questo assurdo luogo comune.
Uno studio svedese ha riscontrato che  il contatto quotidiano con animali da compagnia, nel caso specifico il cane, i neonati hanno il 33% di rischio in meno di sviluppare allergie, il 30% di rischio in meno di soffrire di infezioni respiratorie e il 15% di rischio in meno di soffrire di asma.
Questi dati trovano conferma in un interessante studio pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences. Tale studio, riferirebbe che in ambienti domestici in cui vivono i cani si sviluppano colonie di microbi diverse da quelle di luoghi un po’ più asettici e dove non vi sono animali, tali colonie possono prevenire e proteggerci da alcuni allergeni o da alcune patologie di natura batterica o virale.

Ci rendono più socievoli

Avere un cane ci renderebbe più socievoli, agevolerebbe e creerebbe dei rapporti sociali.
Le passeggiate quotidiane fungerebbero da vero e proprio catalizzatore sociale e alcune volte assolve in pieni la funzione di siti di incontri, il 37% dei proprietari ha dichiarato di aver fatto un incontro romantico grazie ad una passeggiata con il proprio cane e l’80% incontra altre persone del quartiere grazie al proprio animale. E questo semplicemente perché, passeggiando con Fido, si è più facilitati ad incontrare il vicinato.
Questi dati sono stati confutati da uno studio pubblicato sulla rivista BMC Veterinary Research, delle Università di Liverpool e Bristol, in Inghilterra, che ha dimostrato che i cani attirati ed attirando altri cani, costringono i loro proprietari a condividere esperienze e momenti di passaggio con altri padroni, contribuendo così a socializzare o “accalappiare” in alcuni casi, altri proprietari di cani. Stimolerebbero cioè relazioni e nuove occasioni di incontro durante le passeggiate al parco o anche per strada.

Ci salvano la vita

Non solo sono la terapia migliore della nostra anima, ma i cani riescono letteralmente a salvarci la vita, sono a tutti gli effetti i nostri protettori.
Oltre alla loro incredibile sensibilità e fedeltà, sono dotati di un super potere: l’olfatto.
L’olfatto dei cani, sebbene ci siano differenza inter-individuali e correlate alla razza, è 25 volte superiore a quello umano, si stima che sia dalle 10.000 alle 100.000 volte più potente del nostro,
ed è tale aspetto che gli permette di sentire odori a noi impercepibili.
La spiegazione scientifica è stata riportata da una review pubblicata nel 2018 sulla rivista Frontiers in Veterinary Science, la sensibilità è dovuta alle centinaia di ciglia presenti sulla superficie di ogni singola cellula olfattiva del cane (a fronte delle circa 25 presenti su quelle umane), che permettono la rilevazioni di concentrazioni minime di molecole. Inoltre, ogni cellula olfattiva presenta un solo tipo di recettori: nei cani, questi sono oltre 220 milioni (a fronte dei 5-10 milioni umani), per cui vi si può legare un vasto numero di molecole.
Inoltre, i ricercatori hanno dimostrato che la corteccia olfattiva dei cani è 40 volte più grande di quella di una persona e che il loro cervello sarebbe controllato interamente dalla corteccia olfattiva, a differenza degli umani dove prevale la corteccia visiva.
Riescono a percepire non solo disagi fisici ma anche cambiamenti nello stato d’animo delle persone, non solo l’amore ma anche le cattive intenzioni.
Grazie al loro finissimo olfatto e ad un udito molto sviluppato che gli permette di avvertire gli ultrasuoni e i minimi rumori del corpo umano, vengono utilizzati come cani poliziotto e da ricerca, perché sono in grado di scovare la presenza di droga e di altre sostanze illegali o scovare persone scomparse.
Questa straordinaria capacità genetica extrasensoriale che gli permette di avvertire tracce molecolari li trasforma in veri eroi, mettono a repentaglio la loro vita per salvare vittime di valanghe o di terremoti che sono sepolte sotto metri di neve o intrappolate in cumuli di macerie o recuperare persone in acqua evitando così esiti fatali.
Tante storie commoventi si sono sentite raccontare di cani che hanno dato la vita o messo in pericolo la propria per salvare quella del proprio padrone. Ma senza arrivare agli estremi, basta pensare a come i cani (specie se addestrati) rendono salva e più sicura la vita ai non vedenti, conducendoli in qualsiasi luogo o semplicemente agli anziani facendo loro attraversare la strada.
Considerando la peculiarità “extrasensoriale” del sistema olfattivo del cane, non dovrebbe stupire che il fiuto degli animali viene utilizzato anche nel campo medico e scientifico.
Grazie al loro super naso combinato al super udito, possono notare i primi sintomi di una malattia, prima ancora che il padrone-paziente o il medico possa rendersene conto. Sarebbero in grado di presagire crisi ipoglicemiche e iperglicemiche in persone affette da diabete e addirittura di fiutare tumori, tramite l’odore che il nostro sangue rilascia nelle arterie e nelle vene mentre scorre, con largo anticipo rispetto a quanto possono fare i macchinari più avanzati a disposizione.
Il dato che stupisce durante gli esperimenti, è la straordinaria precisione dei ricettori olfattivi del cane, la capacità di captare la presenza di un tumore nel sangue dei pazienti in esame durante gli esperimenti, ha registrato un tasso di esattezza delle diagnosi del 97% dei casi.
Questo vuol dire che nel 97 % dei casi la diagnosi si è poi rivelata corretta.
Questo significa che vi è la reale possibilità di effettuare indagini precoci, poco invasive e poco costose per quanto riguarda l’individuazione dei tumori. Lo screening canino dei potenziali malati di tumore è in fase concreta di elaborazione e di stesura dei protocolli, in attesa di essere portato ufficialmente negli ospedali come strumento di diagnosi poco costosa, innovativa e, quel che più importa, per niente invasiva. Sono gli scienziati di BioScentDx, sotto la guida della Dottoressa Heather Junqueira, ad avere questi riscontri straordinari, dati alla mano che verranno presentati alla riunione annuale dell’American Society for Biochemistry and Molecular Biology in corso a Orlando, in Florida (Usa).In poche parole, l’addestramento dei cani a questo tipo di diagnosi vuole portare a migliorare ancora di più il tasso di veridicità delle stesse, allo scopo di passare dall’attuale 97% al 99%; già i dati attuali superano di gran lunga quelli della maggior parte degli strumenti di screening oggi a disposizione dei medici. Una nuova branca della medicina si sta dunque aprendo, grazie all’aiuto del più fedele amico dell’uomo, il cane.
A questo punto sorge spontanea una domanda: Come fa il cane a fiutare e individuare un tumore?
Il cane assume determinati comportamenti quando individua un’anomalia nel corpo di una persona.
Le cellule tumorali sprigionano degli scarti tossici molto diversi da quelli delle cellule sane. Scarti che emanano un odore particolare, i famosi biomarker, impercettibile al nostro olfatto ma non a quello extrasensoriale dei cani.
Riescono ad individuare la presenza di un tumore annusando attentamente il sangue, le urine, il respiro e la saliva dei potenziali malati che sono in grado di distinguerle da quelle di persone sane.
Ma è soprattutto l’urina ad essere testata, perché presenta vantaggi importanti per gli studi: il prelievo non è invasivo ed è un campione maneggevole (si pensi ad esempio a quanto facilmente può essere perso un campione di aria espirata). Inoltre, le urine si sono rivelate molto efficaci dal punto di vista aromatico, ossia contengono cataboliti utili per la diagnosi, sebbene non si sappia quali siano i marker individuati dai cani.
Per tale motivo è di estrema importanza addestrare un cane a riconoscere le variazioni nell’odore di una persona, in quanto fiutano il cancro ad uno stadio iniziale, quando nemmeno i test di laboratorio hanno dato i loro frutti, dando così la possibilità di avere una diagnosi precoce che permette di intervenire in tempo sul tumore.
Nella lotta ai tumori questo concetto è di importanza vitale: prima si individua la malattia e maggiori sono le probabilità di successo.
Come reagisce il cane al tumore di una persona?
Nel caso di un tumore, presente in una zona precisa del corpo, il cane inizia ad annusare in quel punto, inizia a leccare e mordere la parte interessata.
In secondo luogo, i cani addestrati per la diagnosi precoce, sono messi a confronto con analisi di alito e feci. Se il cane individua un’anomalia, si siede immediatamente. Le ricerche valide pubblicate sono comunque un numero ancora limitato. Molto dipende anche dall’addestramento del cane. Ad esempio, se il conduttore lo accompagna verso i campioni, può creare un’interferenza con la sua ricerca, il cane deve essere libero, l’addestramento si basa basato sul clicker, un metodo ampiamente collaudato nel quale, in sostanza, si usa un apparecchio che emette un “click” e che il cane associa al rinforzo positivo. Si inizia con campione negativo e uno positivo in modo che il cane arrivi a riconoscere la differenza tra i due, poi man mano vengono aggiunti i campioni negativi.
E’stato accertato che i cani riescono ad individuare i tumori all’intestino, seno, vescica, polmoni, mammella, prostata, ovaie e pelle.
Di estrema importanza a fini scientifici è specificare che ci troviamo ancora in fase di ricerca e attualmente il cane non può essere impiegato nella routine clinica. D’altra parte, anche se vi fossero molti più studi e meta-analisi a confermare l’abilità e la precisione dei cani nel diagnosticare i tumori, è difficile pensare che questi animali possano rappresentare il futuro della diagnosi ma sicuramente sono utile per una diagnosi precoce che ha comunque bisogno di una evidenza scientifica e medica.
La ragione, come spiega un articolo di Scientific American, è che far annusare a un cane migliaia di campioni di cui solo una manciata è positiva offre poco in termini di rinforzo positivo.
Bisogna ricordare che i cani non sono macchine e anche a loro può capitare una giornata storta, nella quale possono sbagliare una diagnosi. Tuttavia, la ricerca condotta sul loro lavoro potrebbe aiutare lo sviluppo di strumenti che replichino la loro abilità, di macchine in grado di leggere la particolare firma odorosa di determinati tumori come il naso elettronico, un sistema biomimetico che cerca di replicare l’apparato olfattivo, i cosiddetti nasi elettronici. Una soluzione molto più percorribile rispetto all’addestramento di cani negli ospedali. L’idea non deve però far dimenticare che il campo della diagnosi precoce sta facendo notevoli passi avanti, come nel caso dell’individuazione molecolare dei micro-RNA, le piccole molecole endogene di acido ribonucleico, rilasciate dal tumore nel circolo sanguigno.
Oltre ai tumori, il super olfatto dei cani può individuare ulteriori patologie che di seguito verranno elencate e approfondite:


-Stress
Il corpo umano sottoposto a forte stress emana delle sostanze chimiche particolari, quali adrenalina e cortisolo, questi ormoni sono facilmente percettibili dall’olfatto canino, infatti arrivano a recepirlo molto prima di noi che forse siamo distratti a vivere la nostra vita frenetica e faranno di tutto per farcelo notare anche a noi.

-Crisi epilettiche e convulsioni
In maniera ancora inspiegabile, secondo quanto attesta uno studio pubblicato sul National Geographic, sarebbero in grado di presagire con il loro fiuto l’arrivo di un attacco di epilessia che potrà colpire il loro padrone, anche 15 minuti prima dell’arrivo dell’evento, mettendo in guardia i loro padroni attraverso un abbaiare continuo, segnale chiaro che riuscirà ad evitare ulteriori rischi dovuti a ferite o incidenti. In questo modo infatti, chi soffre della malattia sarebbe spinto a sedersi e limitare danni possibili, causati da un attacco improvviso.
I neurologi hanno approfondito scientificamente questo ‘sesto senso canino’ e sono riusciti a dimostrare che un cane, dopo aver preso confidenza con l’umano, è in grado di conoscerlo abbastanza bene da accorgersene. Gli studi però sono in continua evoluzione quindi una risposta definitiva non è ancora arrivata.

-Emicrania
Non si tratta di semplici mal di testa passeggeri bensì di una patologia che impedisce le normali attività quotidiane della giornata.  
I livelli di serotonina sono così alterati che mettono in allarme il cane anche due ore prima del manifestarsi del dolore. Quindi il padrone avvertito potrà correre ai ripari e prendere già dei medicinali che ne limitino i danni.

-Narcolessia
La narcolessia è un disturbo che può mettere seriamente a rischio la vita di un soggetto, a causa
della sua incapacità di controllare le fasi di veglia e soprattutto quelle di sonno che si palesano all’improvviso.

Vi sono dei corsi di addestramento specifici cui sottoporre il cane per renderlo pronto ad individuare un attacco della malattia nei soggetti narcolettici. Attraverso l’odore della pelle e del sudore il cane può presagire un attacco di tale portata e far scattare l’allarme che potrà evitare gravi incidenti e salvare la vita al suo padrone.
-Ipoglicemia e diabete (vedere il proposito la storia di  CHIARA e QUINCEY )
La concentrazione di glucosio nel sangue, a causa di una mancata funzionalità o scarsa quantità di insulina è alla base del diabete. I cani per diabetici, ovvero in grado di riconoscere le variazioni di glucosio nelle persone che soffrono di diabete di tipo 1 sono una realtà ancora poco conosciuta ma che nel nostro paese sta finalmente trovando la collocazione e affermazione che merita.
cane in ospedaleQuando si presenta un attacco di ipoglicemia o iperglicemia viene rilasciato dal diabetico un particolare odore nella saliva e nel sudore, impercettibile al nostro naso, ma che il cane è in grado di riconoscere se adeguatamente addestrato grazie al suo olfatto super fino. È possibile infatti insegnare ai cani a riconoscere tale odore e a mettere in atto un comportamento di emergenza e a dare l’allarme. Sono considerati cani di assistenza e possono andare in qualunque posto, come accade per i ciechi.
Il cane addestrato, può essere di grande aiuto, ma non si può sostituire alla diagnosi, ai controlli e alle terapie tradizionali.
Come fa il cane a intervenire in caso di emergenza?
Il vero pericolo sono le crisi ipoglicemiche nelle ore notturne, quando passa molto tempo tra una misurazione e l’altra di glucosio, con il rischio di finire in coma glicemico.
Il cane può essere addestrato a una serie di mansioni che si decidono con il paziente o la famiglia del paziente. Ad esempio può recuperare il kit di emergenza per diabetici e portarlo al padrone, oppure può aprire la dispensa e portare succo di frutta.
Straordinario è l’operato del cane durante la notte, in quanto se vi è un calo di insulina il microinfusore va in allarme e suona, ma nel caso il malato non si svegli si può insegnare al cane a svegliare il diabetico abbaiando, o, in caso di bambini, può avvisare i genitori nel modo che si stabilisce: saltando sul letto, leccando le mani, evitando così il peggio,
Ogni percorso è personalizzato in base alle esigenze ed è per questo che necessita di un lungo percorso di addestramento durante il quale si inizierà a costruire il legame fondamentale tra il “paziente” e cane.
Come avviene e quanto dura l’addestramento?
Ogni razza di cane può essere addestrata a questo scopo, ma studi hanno dimostrato che le razze a muso corto hanno più difficoltà. È possibile addestrare un cane che già vive in famiglia o sceglierne uno da un canile o un allevamento. L’importante è che tra il cane e il padrone ci sia un buon rapporto e che il cane sia predisposto all’apprendimento e sia motivato a collaborare con il proprietario. In genere il percorso dura all’incirca un anno al termine del quale viene svolto un test per valutare il lavoro svolto in modo obiettivo. È consigliabile ripetere il test una volta all’anno.

Motivano alla vita e aiutano a combattere la solitudine

Con un cane non ci sentiremo mai soli.
Quante volte abbiamo detto sono la nostra ombra, confutando l’impopolare convinzione, che i cani abbiano bisogno di molto spazio o di un grande giardino per poter vivere bene. In realtà quello che rende davvero felice il nostro fedele amico, sono le nostre attenzioni e la nostra vicinanza. Semplicemente gli bastano i dieci cm intorno a noi, ricoprirebbero perfettamente il ruolo dell’ombra di Peter Pan, ovunque noi siamo, lui è lì accanto a noi pronto a seguirci ad ogni passo.
La loro compagnia ci aiuterà a non percepire quel senso di vuoto che può accompagnare alcuni momenti.

Aumentano i livelli di autostima

Prendersi cura del nostro amico a quattro zampe ci fa sentire utili perché sappiamo che la sua sopravvivenza e la sua felicità dipende soltanto da noi e alle cure che gli dedichiamo.
Tutto questo contribuisce ad aumentare il nostro senso di utilità.
Il sostegno psicologico è innegabile, aiutano ad aprirsi al mondo e rendono più espansivi anche persone molto timide e che hanno enormi difficoltà a relazionarsi. Aiutano a combattere la timidezza.
Rende i proprietari, ma soprattutto i bambini che hanno la fortuna di crescere con un cane ad essere più responsabili, perché decidere di avere un cane significa soprattutto prendersi cura di un essere vivente che non sarà mai autonomo e che dipenderà per il resto della sua vita soltanto da noi, bisogna quindi occuparsi di lui in maniera consapevole e di donargli affetto. Prendersi cura di un essere indifeso, ci rende più sicuri e orgogliosi di noi stessi, ci fa essere fieri del senso di protezione che riusciamo a dargli e questo contribuisce a ridurre lo stress e ad aumentare la nostra autostima.
Tutto questo da un valore aggiunto alle nostre vite e contribuirebbe a combattere la solitudine e la depressione.
Uno studio svolto dall’Università della California, negli Stati Uniti, e pubblicato sulla rivista Applied Developmental Science, ha analizzato lo stato emotivo di un gruppo di persone che posseggono un cane.
I partecipanti hanno mostrano un aumento dell'autostima, i cani di fatti aiutano a sentirsi meglio con sé stessi, ovvero a stimarsi di più, da ciò ne consegue che hanno più voglia di perseguire uno stile di vita sano facendo maggiore attività fisica con ripercussioni positive sui livelli d’ansia, con meno paure soprattutto di essere derubati a aggrediti (si presume quando si è in giro a passeggiare) e sono mentalmente più rilassati.


Ci rendono più felici e empatici

I nostri cani ci insegnano a coltivare l’empatia ovvero la capacità di connettersi con gli stati emotivi dell’altro.
Uno dei regali più preziosi che può farci e che avremo l’onore di ricevere sarà proprio quella di capire senza parlare, di comprendere quello che loro già sanno da tempo, ovvero che la parola è davvero superflua.
Questa dote sarà un grande insegnamento di vita che ci sarà utile per rendere di qualità le nostre relazioni.
Forse per noi proprietari ma in realtà sarebbe più opportuno dire “genitori” dei nostri cani, non avevamo bisogno che la scienza confutasse con 9 motivi i benefici che hanno i nostri amori a quattro zampe sulla nostra salute psico-fisica, lo sapevamo già, semplicemente vivendoli quotidianamente, ma ora abbiamo 9 motivi in più per amarli se possibile più di quanto facevamo prima.

Abbi cura di te. Mettimi una mano sul capo e io ti ricorderò come farlo”.
(Fabrizio Caramagna)

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