La Felicità in una Piramide di Bisogni. Il mio Cane è realmente Felice?

Alessandro Manduzio

Il mio cane è realmente felice? Questa è la classica domanda che, almeno una volta nella vita, qualunque umano che vive a stetto contatto con un quadrupede prova a farsi cercando al contempo di trovare una risposta soddisfacente.

In psicologia la piramide di Maslow, dallo studioso americano Abraham Maslow che ne ha teorizzato il concetto (Hierarchy of Needs), è una rappresentazione dei bisogni dell'uomo graficamente disposti in una struttura piramidale gerarchiacamente suddivisa e che si riferisce a tutti quei meccanismi primari e secondari di realizzazione di un individuo che si innescano uno dopo l'altro e che definiscono il nostro essere guidandone le azioni. Se i bisogni ci spingono a colmare una mancanza, l'obiettivo, per arrivare ad uno stato di benessere, dovrebbe essere riuscire a soddisfarli progressivamente tutti da quelli basici a quelli più astratti. I cani ovviamente non hanno le stesse necessità umane però in un certo qual modo le categorie che possiamo definire per noi hanno effettivamente un certo pallelismo quindi la piramide è uno strumento che possiamo ben adattare alle necessità dei nostri amici a quattro zampe.

Se la felicità di un cane si può definire allora con la diretta realizzazione di vari bisogni, e se questi ultimi vengono esauditi muovendosi dal basso verso l'alto, l'immediatezza di questo schema visuale, attraverso l'analisi di eventuali necessità non realizzate, può aiutarci a far emergere una problematica comportamentale che ne impedisce il corretto avanzamento in questa scala.

felicità cane

 

 

Partendo dalla base, il primo gradino si rivolge alle necessità fisiologiche. Queste esigenze si risolvono considerando quel che muove qualsiasi essere vivente ovvero l'istinto di sopravvivenza e cosa più basilare che avere la certezza di una ciotola adeguatamente piena ed acqua sempre a disposizione non c'è. Ormai forse non ci facciamo più caso ma quante volte abbiamo visto il nostro cane attendere scodinzolante e speranzoso l'ora della pappa ed in seguito, a pancia piena, lasciarsi andare anche a momenti di euforia ed eccitazione? Anche poter riposare in maniera adeguata (vedere articolo L'IMPORTANZA del SONNO) rientra in questa sfera così come il poter uscire all'aria aperta e fare il necessario moto oppure l'occuparsi di problemi legati alla sua salute con regolari visite dal veterinario.

Una volta riempita la base, si passa al secondo gradino: la sicurezza. Entriamo nella sfera emotiva che si lega al bisogno intrinseco di un cane di sentirsi sicuro verso il proprio umano, riuscendo a considerarlo come un forte riferimento al quale aggrapparsi in situazioni di stress o di paura che dovremmo in ogni caso sempre cercare di prevenire e nelle delicate fasi di apprendimento, dove grazie alla coerenza dei nostri insegnamenti, abolendo per esempio i "forse" (o si sale sempre sul divano o non si sale mai) potremmo aiutarlo a capire cosa esattamente vogliamo da lui dandogli certezze e non dubbi. Avendo questa figura ben definita di riflesso un cane sente più sicurezza anche in se stesso che mostrerà nell'esplorare fiducioso quel che lo circonda (vedere anche ESSERE un BUON LEADER), affrontare cambiamenti e recepire le nostre richieste.

Al passaggio seguente troviamo un bisogno che si lega con la componente gregaria e sociale del cane che nel suo essere in un branco trova logicamente una forte spinta motivazionale per definire la sua vita. Compito nostro quindi è dedicare del tempo di qualità tra giochi (principio importante di qualsiasi buona relazione) e interazioni quotidiane senza relegarlo principalmente ad una vita solitaria, magari esclusivamente da giardino, (vedere articolo  CANI da GIARDINO) pensando erroneamente di rispettare la sua natura di "animale". Il sentirsi percepito dentro un gruppo stabile, essere parte della vita familiare, avendo quindi la possibilità di creare vincoli affettivi stabili, riempie a pieno titolo questo bisogno.

Man mano che saliamo ci troviamo a che fare con necessità sempre più legate all'individualità del nostro cane. La categoria umana dei bisogni di stima si rivolgono dunque alla necessità di sentirsi non solo di appartenere ad un gruppo ma di poter contare veramente qualcosa tra i suoi umani. In fase di apprendimento, il ricorrere al rinforzo positivo, metodo che si focalizza sul premiare un comportamento adeguato piuttosto che punirne duramente uno sbagliato si muove proprio in questa direzione. A prescindere da un esercizio ben eseguito, i complimenti, premi, i gesti di approvazione e le carezze non faranno altro che farlo sentire veramente importante per noi.


Al culmine della piramide si trova l'autorealizzazione che si muove sul terreno delle capacità. L'uomo ha creato differenti razze per differenti scopi, guardia, caccia, difesa, supporto nella pastorizia ed ogni cane è il risultato di questa impronta genetica. Ad un livello più generale non dobbiamo far altro che conoscere il nostro cane ed aiutarlo indirizzandolo su quelle attività che più si addicono alla sua specificità di razza. Questo non deve essere percepito come un limite, un cane poliedrico come il Golden Retriever non dovrebbe, ad esempio, solo ed esclusivamente fare riporto in continuazione ma semplicemente vediamola come una opportunità. Conoscere il proprio cane vuol dire anche favorire la varietà delle situazioni e stimoli mentali capendo dove è più bravo e cosa veramente gli piace fare.

 

Siamo partiti dalla piramide di Maslow per definire un modello che forse non presenta in realtà dei confini così netti tra un passaggio da uno step ad un altro ma che sicuramente può aiutarci a definire meglio il benessere del nostro quadrupede inteso appunto come somma di necessità non solo fisiche ma anche emotive. Se vogliamo un cane felice proviamo a scalare insieme a lui questa piramide.

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