Leggende e Superstizioni sui Cani Neri
Abbiamo parlato del rispetto che l'uomo ha sempre nutrito per il suo fedele amico a quattro zampe nell'articolo TRA STORIA MITI e LEGGENDE, continuiamo il nostro viaggio analizzando un altro punto di vista...
Ci avviciniamo ad Halloween, ricorrenza certamente d'importazione per i puristi delle festività nostrane ma non di meno divenuta una festa popolare ad uso e consumo di bambini ed adulti che tra il serio ed il faceto contribuisce ad esorcizzare le nostre paure attraverso un grottesco uso del macabro sotto forma di travestimenti, sangue finto gusto fragola e zucche vuote.
Ma cosa c'entra Halloween con i cani? Apparentemente nulla...
Ma quale migliore occasione per radunare in questo articolo alcune leggende legate alla famigerata nomea dei cani neri e del terrore che attraverso i secoli hanno indotto nell'uomo?
Storie e superstizioni hanno da sempre circondato gli animali di color nero.
Fin dall antichità è sempre stato considerato evidentemente un colore in connubio con l'oscurità, di cattivo presagio e sventura, basti pensare al classico gatto nero che ci attraversa la strada, oppure associato alla stregoneria e arti magiche in generale, tra riti e forze demoniache che accompagnano tutto quel che riguarda l'occultismo ed il soprannaturale. Ed è proprio il timore dell'ignoto che si nasconde nel buio, da sempre la paura forse più primordiale dell'uomo, che unita al timore per la natura istintivamente più selvaggia e fuori il controllo umano ad aver circondato con un alone di mistero ed inquietudine alcune storie legate ai cani neri.
L'origine di queste storie ha un filo conduttore nell'aspetto e non tanto in una definita provenienza geografica e vede il cane spesso essere considerato una creatura malevola, notturna, di enormi dimensioni e dai caratteristici occhi rossi, "with eyes that shine, burnin' red" (occhi che brillano bruciando nel fuoco) come cantano i Led zeppeling in uno dei loro pezzi più famosi (1971, Black Dog), sebbene la canzone in sè non abbia attinenza diretta con queste storie, in quella strofa ne danno in ogni caso una lampante citazione ed a noi lo spunto da dove iniziare: il Regno Unito.
Inghilterra, Galles, Scozia molti racconti, molte denominazioni diverse che riportano apparizioni spettrali di questi animali legati spesso alla custodia di luoghi ritenuti simbolici, sacri oppure maledetti e forse grazie proprio al folklore ed alla superstizione che li hanno accompagnati nel corso del tempo, sono serviti anche a limitare furti ed a preservare la genuinità di questi posti. I Grim Church, nella tradizione anglosassone (e scandinava) sono proprio spiriti guardiani che, sempre nella forma di cani neri, hanno il compito di custodire chiese e cimiteri dai profanatori.
Il Mauthe Doog ad esempio è una storia nata nei dintorni del castello di Peel nell'isola di Man che vede protagonista un segugio scuro e gigantesco dal pelo arruffato e come tutte le storie giunte fino a noi, mischia forse realtà, fantasia e stavolgimento di fatti. I racconti documentano che questo animale si aggirava tutte le notti per i cortili, in particolare nelle vicinanze della guarnigione militare quasi a sorvegliare un determinata ala che portava dalla chiesetta del castello fino alle stanze riservate al capitano, passaggio percorso ogni notte dalle guardie prima del cambio. Conosciuto dagli abitanti del posto e temuto dai soldati che ad ogni fine turno poco prima dell'alba cercavano di muoversi sempre in coppia per non rimanere mai soli in sua presenza. Una notte come tante un soldato dopo aver alzato il gomito più del dovuto e per provare il suo coraggio mettendo a tacere le voci su questa supposta provenienza ultraterrena, decise di compiere l'ultima ronda da solo. Al suo ritorno, pallido e stravolto, incalzato dai suoi commilitoni non fu più in grado di parlare morendo dopo tre giorni; il cane dopo quei fatti non fu più avvistato, ma la sua leggenda di sinistro sorvegliante crebbe a dismisura, il passaggio dove si acquattava ogni sera fu definitivamente chiuso ed ancora oggi nei locali si percepisce un certo timore reverenziale. Il mito di guardiani di porte e passaggi tra mondi, lo possiamo curiosamente anche ritrovare in Spagna... A Madrid nel secolo XVI durante la costruzione del monastero San Lorenzo del Escorial (residenza e pantheon dei re di Spagna) operai e la popolazione venivano quotidianamente intimoriti dall'apparizione di un cane nero venuto dal nulla che al tramonto spaventava con i suoi terribili ululati ostacolando il completamento dell'opera. Si diceva inoltre che la struttura doveva essere costuita in quel punto proprio perchè lì esisteva una delle porte di accesso all'inferno e il cane, da guardiano infernale qual era considerato, ne voleva impedire a tutti i costi la chiusura. Su ordine di Filippo II con molta difficoltà fu catturato ed infine impiccato in una delle torri più alte. Leggenda vuole che, ritornando al Escorial anni dopo ed ormai nel suo letto di morte, il re, prima di chiudere gli occhi per sempre, udì in lontananza quegli stessi terribili ululati.
Cercando di analizzare il perchè la figura del cane nero in svariate storie e racconti è divenuto parte del folklore popolare associato con la morte, dobbiamo tornare al medioevo e alle varie epidemie che constingevano ad ammassare cadaveri alle porte delle città. Molti cani randagi durante la notte venivano a cibarsi dei corpi, disseppellire e spargere resti fino anche a litigare rumorosamente per le parti "migliori". Immaginiamo nella popolazione di quel periodo questo scenario orrorifico che la gente comune era costretta a vedere o anche soltanto ad udire nel silenzio della notte, alimentando il mito di queste spietate creature e mettendole facilmente in relazione con il regno dei morti, tra credenze popolari e superstizioni tramandate di bocca in bocca fino ad arrivare ai giorni nostri. Non soltando nelle epidemie ma queste macabro scenario si collegava anche ad un'altra usanza, ovvero quella di impiccare i condannati a morte lasciando i cadaveri in decomposizione in corrispondenza degli incroci di strade di collegamento, con le stesse prevedibili conseguenze. Non a caso, oltre che guardiani di determinati posti, tante leggende vedono cani apparire nel buio, spesso in strade isolate fuori città, aggredendo ignari viaggiatori a piedi. Per citarne solo qualcuno...il Gytrash nel Lancashire, il Gwyllgi nel Galles ed uscendo dai confini del Regno Unito, il Kludde in Belgio (con rumori di catene che preannunciano la sua comparsa), la Bestia di Gevaudan di origini francesi ( una serie di uccisioni documentate tra il 1767-67 durante il regno di Luigi XV attribuite ad una non meglio precisata creatura dalla gigantesca forma lupoide) o in Spagna, più precisamente in Catalogna, con il Dip, cane nero e zoppo che insegue i viaggiatori succhiandone il sangue divenuto inoltre l'emblema dello scudo di un piccolo comune in provincia di Tarragona, Pratdip. Storie che poi sono anche approdate nel Nuovo Mondo portate sicuramente dai migranti e mescolate con quelle native del posto. Un interessante caso è proprio il Cadejo che mescola le credenze precolombiane degli animali visti come protettori a quelle più sinistre e malevole degli europei. Il cadejo è infatti un cane che può apparire improvvisamente in un sentiero in due versioni, bianco o nero, simboleggiando rispettivamente il bene o il male e decretando quindi il destino del viaggiatore.
Al giorno d'oggi se andiamo a sbirciare dentro ai canili molto spesso i cani dai colori più scuri sono proprio quelli che trovano casa con molta più difficoltà, retaggio forse anche di questo passato del quale purtroppo non hanno assolutamente colpa. Al di là delle tante storie tramandate fino a noi, dalle quali trae ispirazione questo articolo, il cane, indipendentemente dal colore del suo manto, rimane e rimarrà il nostro più fedele amico di sempre che sia Halloween o meno... non dimentichiamolo mai.
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